Il digiuno intermittente può nuocere alla salute?

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Ieri mattina (26/03/24) su Viva Rai 2 il simpaticissimo Fiorello ha riportato una notizia presa dal giornale CORRIERE Salute dal titolo: “Il digiuno intermittente può nuocere alla salute…

Mmmh, abbastanza sconvolgente. Ma, un attimo… prima di gettare alle ortiche questa dieta (fino a oggi apparentemente salutare) analizziamo tutto con calma per capire il valore di questa affermazione. 

Cosa sappiamo finora del digiuno intermittente

Nel corso di dieci anni tutte le risorse di valore che ho consultato mi hanno convinto della valenza salutistica di questo approccio dietetico, tanto che ho deciso di implementarlo con regolarità per due giorni alla settimana (il lunedì e il giovedì). 

Infatti gli studi scientifici fino a oggi hanno riportato probabili benefici del digiuno intermittente per il controllo del peso, la riduzione del rischio di obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiocircolatorie e altre patologie.

Avrò preso una cantonata?

Dovrei smettere di parlare bene del digiuno intermittente con il miei interlocutori?

Tutto è possibile, però, per scalfire le evidenze scientifiche “pro digiuno intermittente” fin qui accumulate serve qualcosa di portata equivalente o superiore. 

Non sarà facile. Vedremo. 

Questo è uno dei 5 ingredienti naturali che assunti durante i pasti riducono sensibilmente l’assimilazione di calorie.

In quale ottica va visto l’articolo del CORRIERE Salute?

Iniziamo dal considerare che le notizie giornalistiche sono molto diverse dagli articoli pubblicati su autentiche riviste scientifiche (non Focus, ma Lancet, Nature, ecc.). Il giornalismo ha bisogno di titoli accattivanti, che diano – al bisogno – anche un “pugno in pancia” al lettore.

Le notizie allarmanti generano paura e richiamano l’attenzione. Ma spesso scavando sotto alla superficie non si trova nessuna reale sostanza che sia capace di sostenere il procurato allarme. 

Vediamo perché anche questo caso probabilmente ricade sotto la categoria di notizia a base di spauracchio genera click. 

La notizia principale è stata riportata per la prima volta lunedì scorso durante una conferenza dell’American Heart Association a Chicago. 

In quell’occasione è stato presentato uno studio che conduce a pensare che il digiuno intermittente potrebbe avere effetti negativi nel lungo termine per la salute cardiocircolatoria. 

Ma ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione.

5 ragioni per cui l’affermazione secondo cui “Il digiuno intermittente può nuocere alla salute…” è del tutto inconsistente

1. NON SI TRATTA DI UNA PUBBLICAZIONE SCIENTIFICA 

Si tratta di uno studio che non è stato ancora pubblicato su nessuna rivista scientifica. 

Presentare uno studio durante una conferenza, per quanto prestigiosa, non è paragonabile alla pubblicazione ufficiale su una rivista scientica che prevede una peer review (una revisione operata da altri scienziati esperti nella stessa area). 

Questo protocollo è importante per evitare la presenza di errori e stabilire che i risultati ottenuti siano affidabili in quanto condotti in modo corretto. 

2. NON SI TRATTA DI RAPPORTO DI CAUSA – EFFETTO 

Si tratta di uno studio osservazionale nel quale viene, appunto, osservato cosa accade nel tempo in relazione a una certa variabile. 

Tuttalpiù in questo modo si riesce a stabilire una possibile correlazione (cioè una probabile – ma non certa – correlazione fra una cosa: es. salute cardiocircolatoria e un’altra: es. digiuno intermittente).

Quando emerge una correlazione di questo tipo, allora si procede a uno studio più accurato per confermare o smentire l’ipotesi di partenza. 

3. LO STUDIO SI BASA SU QUESTIONARI

Lo studio è frutto di una somma di questionari compilati dai partecipanti. Quanto saranno stati accurati e veritieri nella compilazione? Siamo quindi molto lontani dal golden standard di un risultato scientifico fornito ad esempio da uno studio in doppio cieco contro placebo. 

4. MOLTI DEI PARTECIPANTI ERANO GIÀ AMMALATI

Molti dei partecipanti erano già affetti da problemi cardiocircolatori prima di iniziare lo studio. Questo probabilmente è stato il motivo che li ha spinti a iniziare un digiunto intermittente prolungato. 

5. COSA E QUANTO HANNO MANGIATO NELLA FINESTRA ALIMENTARE DI 8 ORE?

Probabilmente il più grande dei punti interrogativi riguarda la finestra alimentare di 8 ore. Cosa hanno mangiato i partecipanti durante i pasti e in che quantità? 

Spesso in assenza di autocontrollo si potrebbe finire per ipercompensare a livello calorico non appena si riapre la finestra di accesso agli alimenti mangiando più del solito e/o mangiando peggio. 

Notoriamente negli USA l’accesso al cibo spazzatura e l’abitudine a porzioni esagerate pone il legittimo dubbio che i risultati negativi ottenuti in questo studio (ammettendone la validità – ancora di stabilire) siano da associare all’alimentazione insalubre mantenuta durante le 8 ore di finestra alimentare piuttosto che a causa del digiuno intermittente. 

PER CONCLUDERE 

Ormai credo ci sia ben poco che si possa dire contro il mangiare meno (anche sfruttanto delle brevi finestre di digiuno se le condizioni individuali lo permettono) e in modo sano.

Il problema nei paesi industrializzati consiste nel mangiare troppo e male, non certo nel mangiare poco e bene! 

Un pensiero ha sorvolato la mia mente… sarà mica una certa industria alimentare ad avere interesse a denigrare l’idea di mangiare meno e meglio in America? 

Mangiare meno e meglio significa da sempre ammalarsi di meno. Ma sul piano economico vuole anche dire perdita di guadagni per il settore alimentare e farmacologico.

Nel frattempo posso dirti che – considerato quello che ci siamo detti fin qui – questo articolo non mi ha di certo convinto a interrompere le mie due giornate di digiuno intermittente alla settimana. 🙂

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A presto, 😉

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Immagini: Google immagini

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